Sono tornata, purtroppo i miei quattro giorni a Parigi sono finiti.
Ho realizzato uno dei miei desideri più grandi: trascorrere qualche giorno nella Città delle Luci!
E’ stato il regalo per la mia Laurea da parte della compagna di mio padre, mi ha regalato un sogno.
Ora vi tocca sorbirvi questo articolo!
Iniziamo con le cose che molti NON SANNO su Parigi:
– l’acqua è un bene preziosissimo e al ristorante le bottiglie da un litro costano da un minimo di 3,50 fino a 6,00 euro (da quello che ho potuto vedere). Come rimediare? Chiedete “eau en caraffe”, ossia una brocca d’acqua e non la bottiglia, in questo caso vi verrà servita gratuitamente (io l’ho appena scoperto e chiaramente non ho risparmiato, una ragazza dopo aver letto l’articolo mi ha spiegato questa cosa e ora sono pronta per ripartire per Parigi e bere litri e litri di acqua (in caraffa, per favore);
– il tempo è instabile (quasi come me durante le sessioni d’esame), cose che nel giro di mezz’ora si passa dal sole e le maniche corte alla giacca invernale. Ombrellino in valigia;
– le cose da visitare sono perlopiù al centro, ci si sposta comodamente in metro, che è collegata benissimo, ma bisogna camminare tanto, quindi munitevi di scarpine comode (noi abbiamo camminato circa 19 km al giorno). Se proprio ci tenete a fare le foto con il tacco a spillo sotto alla Tour Eiffel mettete le scarpe fighe in borsa e tiratele fuori all’occorrenza (trucchi da fashion blogger), ah, a Parigi sono tutti vestiti un po’ a caso e nessuna si fa la messa in piega, hanno tutte i capelli come me quando ho finito l’allenamento in palestra, quindi non temete);
– la metro di notte è molto pericolosa, quindi spostatevi in taxi;
– Louvre chiuso il Martedì, Reggia di Versailles chiusa il lunedì (e indovinate chi è andata tutta bella felice in treno fino a Versailles di lunedì…? Esatto. Ma ve ne parlo dopo).
Non ho finito, non scappate!
GIORNO UNO:
All’arrivo a Parigi ero tutta emozionata e imbambolata.
Bonjour di qua e di là e occhi a cuoricino.
ATTENZIONE ai tassisti abusivi che vi attendono al varco famelici! Quelli con i gilet arancioni con scritto “taxi” sono quelli giusti e chiedete sempre la tariffa prima di partire.
INDOVINATE CHI NON HA PRESO IL TAXI? Chiaramente sempre io! Abbiamo sbagliato, abbiamo beccato il tizio abusivo dalla faccia simpatica che ci ha iniziato a fare domande, l’abbiamo seguito e abbiamo visto che non aveva un taxi, ma aveva una Mercedes bellissima e allora chi se ne frega RICCANZAAAA e siamo saliti tutti belli felici e contenti (e siamo scesi un po’ più poveri).
Cominciamo bene, insomma!
Arrivo in albergo a Chemin Vert, la metro “Voltaire” è a circa 2-3 minuti dall’albergo quindi tutto bene! Siamo pronti per iniziare a vagare per le strade parigine!
La metro è davvero ben collegata e ci sono anche degli abbonamenti da fare (giornalieri o per più giorni).
Secondo voi che va a vedere una che sogna Parigi da tipo sempre?
La TOUR EIFFEL, chiaramente!
Che magia, abbiamo pagato 17,00 euro a testa per salire fino all’ultimo piano, ma è possibile fermarsi anche ai piani inferiori e spendere meno (11,00 euro).
Salite, non fate i taccagni, salite e lasciatevi trasportare dalla magia dai palazzi bianchi e ordinati che invaderanno i vostri occhi.
Fatto il nostro bel giretto e chiaramente le foto (con i Mou Boots comodi perché io sono una fashion blogger fasulla e i tacchi non li ho portati proprio in valigia) abbiamo deciso di andare a vedere l’Arc De Triomphe, che sembrava essere vicino e invece DIO MIO MA QUANDO ARRIVA QUESTO ARCOOO, circa 25 minuti di passeggiata a passo spedito (mi sono fermata anche a comprare i fiorellini rosa che Stefano non mi ha voluto regalare).
Ah, a Parigi c’è sempre musica per strada, c’era una banda e suonare e ammirare l’Arco al tramonto e con quel sottofondo è stato ancora più emozionante (non vi buttate in strada per attraversare, ci sono i sottopassaggi appositi per raggiungerlo).
Qui è l’inizio della fine. Perché? L’Arc De Triomphe è posizionato proprio all’inizio del viale che ogni malata di shopping amante della moda vorrebbe svaligiare. Gli Champs Élysées (che ho sapientemente Googolato, ho gli incubi dai tempi della scuola, tutti questi cavolo di accenti che usano e mettono dovunque!). Magici, bellissimi, per quelli ricchissimi.
Volevano vendermi un profumo a soli 380 euro (c’erano anche a 800 euro eh), una crema per il viso a 250 e cose così. “Stè DO YOU LIKE THIS? -dici di no o ti ammazzo” – che peccato non gli piace, “Guarda ci penso e in caso ripasso”. RIPASSO SICURO. Il tutto nel mio fantastico inglese…
Per entrare al Disney Store siamo stati controllati che manco all’aeroporto, forse avevamo la faccia losca da ladri di bambole, boh.
La sera decidiamo di provare un ristorantino tutto francese (con il menù in francese che chiaramente abbiamo capito ben poco), “7eme vin” dove abbiamo assaggiato della carne veramente ottima, Stefano ha preso l’anatra (ha un sapore dolciastro e particolare) e io invece non ne ho idea, ma è stata tipo la carne più buona che io abbia mangiato negli ultimi anni (la metto nella mia top ten delle cene di carne).
Abbiamo fatto una passeggiata per ammirare la Torre illuminata e poi, stanchi morti, ce ne siamo tornati in albergo.
GIORNO DUE:
Ok, siamo pronti per il secondo giorno, dopo una colazione abbondantissima usciamo e ci dirigiamo verso la famosa Cattedrale di Notre Dame. Quella del cartone Disney, proprio lei. Un altro “pezzo di sogno”. L’ingresso è gratuito, mentre per salire fino alle torri invece è pagamento (solo dai 25 anni in su).
Trucchetto per evitare la fila per salire (ci sono i gargoyles, dovete assolutamente salire)?
Scaricare l’App: “JEFILE”, noi abbiamo prenotato l’ingresso dopo pranzo e siamo entrati come due super VIPSSS spostatevi tutti passiamo noi! Comodissima davvero!
Vi lascio una foto con la vista che si ammira da qui, altre parole sarebbero superflue:
Cose da vedere in questa zona che noi non abbiamo avuto tempo di ammirare? I famosi Giardini di Lussemburgo, un oasi di verde dove non solo i turisti, ma anche i parigini si recano per respirare un po’ di pace. Luogo tipico di relax degli studenti della Sorbonne.
Molto molto bella la Sainte-Chapelle, circondata dal imponente Palazzo di Giustizia. Anche qui preferisco far parlare una foto al mio posto.
Invece vi consiglio di andare a vedere il Quartiere Latino, che è una zona viva, dall’atmosfera frizzante e allegra! Ho preso un gelato da Amorino, gelato italiano, ma che dire, io di gelati buoni così in Italia ne ho mangiati pochi, veramente soldi ben spesi (7,80 se non ricordo male, ma me l’hanno fatto a forma di fiore e dentro c’era un macaroon buonissimo, la foto – secondo voi non fotografavo il gelato bellissimo, coloratissimo e super fotogenico? – è alla fine dell’articolo!).
Qui ci sono anche la prestigiosa università de La Sorbonne e il Pantheon.
Corsa in metro per andare a vedere la Basilica del Sacro Cuore, che si trova sopra a Montmartre, taaanti scalini per salire, ma anche qui si ha una vista mozzafiato su tutta la bella Parigi (c’è una funivia per salire, ma noi chiaramente non lo sapevamo).
Sono una persona brutta e cattiva se dico che questa Basilica non mi ha fatto impazzire? Ok, vale la pena vederla, ma non mi ha lasciata a bocca aperta come tutto il resto.
Giunta l’ora di cena decidiamo di concederci una cenetta particolare da Marclee, un ristorante di cucina fusion asiatica accogliente e caratteristico, facile da raggiungere con la metro. Veniamo accolti da una cucina a vista ricca di colori e profumi particolari. Immaginate la mia felicità quando ho visto fiorellini nei piatti e cose così. LA GIOIA PER GLI OCCHI DI UN INSTAGRAMER! E’ necessario prenotare, i posti a sedere non solo molti ed è sempre pieno.
Sapori particolari, piatti curati, colori allegri, insomma tutto fantastico.
Ah, il bagno è una figata: è possibile scrivere sulle mattonelle scure con dei pennarelli che vengono messi a disposizione dal ristorante (vicino al sapone ci sono i pennarelli colorati ADOOOOROOOO).
Aggiungo una sequenza di foto per “raccontarvi” meglio la mia cena da Marclee.
Dopo cena si va a dormir… EH NO, questa sera si va nel quartiere più trasgressivo di Parigi, benvenuti a Pigalle!
[Le prossime righe sono sconsigliate ai minori di 18 anni]
Qui è tutto un sexy shop, locali a luci rosse, insegne rosa luminose. Chiaramente c’è il famosissimo Moulin Rouge, rosso e maestoso. Uno spettacolo ha un costo che varia dai 120 ai 160 euro circa (dipende dai giorni), sabato sera? Tutto prenotato. E allora che si fa? Si entra nei locali a luci rosse:
1) le ragazze che ballano semi-nude (o almeno quelle che abbiamo visto in 3, 4 locali) sono parecchio bruttine;
2) se siete delle coppiette gelose non entrate nei locali, le ragazze verranno a chiedere ai vostri ragazzi se vogliono fare un privé (stanno lavorando, non vi vogliono rubare i fidanzati, tranquille) o verranno a chiedere a voi donne se vi piacciono le donne, per il resto la situazione sarà tranquilla;
3) prima di entrare nei locali accertatevi dei prezzi: in uno abbiamo pagato 20 euro a testa compreso di drink, un altro ci ha fatto entrare a 10 euro (il tizio fuori ci ha fatto capire che è compreso il drink), dopo aver bevuto due cocktail discutibili (parola di barlady) ci viene portato il conto: 40 euro. 60 euro per bere due cocktail senza alcool e vedere una tizia simile alla “mamma di Stifler messa male” ballare svogliata contro un palo, che poi ballare è un parolone eh. Bocciatissimo.
Comunque mi sono divertita molto, una serata diversa dal solito.
La metro di notte è PERICOLOSA, ripeto, muovetevi in taxi.
GIORNO TRE:
Domenica. Oggi giorno di cultura!
La nostra giornata comincia al Louvre, il museo più famoso e grande del mondo! 60.000 metri quadrati accolgono più di 35.000 opere. Visitarlo tutto è quasi impossibile.
I ragazzi sotto ai 25 anni non pagano l’ingresso.
Per entrare abbiamo fatto circa 45 minuti di fila. Abbiamo preso un’audio-guida a 5 euro che ci ha accompagnato durante la visita.
Tra le opere più famose ci sono Amore e Psiche, la Venere di Milo, la Nike di Samotracia (non mi aspettavo fosse così grande e bella), la Zattera della Medusa (quella con la “storia” che più mi ha colpita), l’Incoronazione di Napoleone, la Libertà che guida il popolo (copertina del mio libro di storia, immaginate il mio odio represso, ma veramente spettacolare, abbiamo appianato le nostre divergenze) e chiaramente colei che è più famosa e fotografata della Ferragni, la Gioconda (o Monnalisa), l’opera di Da Vinci sempre circondata da turisti, macchinette fotografiche e cellulari. E’ piccola, non vi aspettate un’opera maestosa, è davvero piccolina e al contempo spettacolare.
All’interno del Louvre ci sono negozi e un piano dedicato completamente alla ristorazione. Immancabile il McDonald che abbiamo scelto perché il ristorante italiano non ci ha convinti proprio [avete visto il film di Checco Zalone (Checco ti amo) dove prova un “ristorante italiano” all’estero e si ritrova a staccare l’insegna del locale? Ecco, avevamo paura di finire così].
Considerate che per vedere SOLO le opere più importanti impiegherete come minimo mezza giornata (anche perché trovarle non è neanche troppo facile). All’interno fa caldo, quindi se avete il cappotto non fate il mio errore e poggiatelo al guardaroba che si trova all’ingresso.
Nelle ore che restavano del pomeriggio forse avremmo dovuto visitare il Museo D’Orsay, ma il tempo non era troppo, quindi abbiamo rimandato la visita al prossimo soggiorno a Parigi.
Abbiamo deciso di trascorrere un paio d’ore nella zona principale e dopo aver ammirato il Petit Palais e il Grand Palais, abbiamo fatto una bella passeggiata lungo gli Champs Élysées.
Altra cenetta francese prenotata per caso con The Fork (conoscete questa App vero? E’ possibile prenotare tavoli nei ristoranti e molti di questi concedono sconti che possono arrivare anche al 30-40% sul conto finale, inoltre si accumulano punti che si trasformano in sconti, una figata). Io ho mangiato un medaglione di verdure con sopra 5-6 gamberi (diciamo che ho mangiato roba migliore, non è stata esattamente la mia cena preferita), mentre Stefano ha ordinato una bistecca che ho assaggiato e ho invidiato tantissimo. Molto speziata, ma veramente buona (non ai livelli del primo ristorante che era da 10+, ma un 8 pieno lo darei tranquillamente). Mi spiace solo di non ricordare il nome di questo locale che pensavo di aver segnato e invece nulla, boh! 🙁
Stanchissimi, si corre a dormire.
GIORNO QUATTRO:
L’ultimo giorno abbiamo avuto forti dubbi su cosa visitare: Opèra o Versailles?
La seconda ha avuto la meglio. Versailles arriviamo!!!
Come ci si arriva?
Dopo aver preso la metro bisogna cambiare e prendere il treno che vi porterà alla stazione di Versailles (in 15 minuti), da qui bisognerà proseguire a piedi per circa 20 minuti. Non esattamente comoda da raggiungere come tutto il resto, ma ne vale davvero la pena. Ne vale la pena se NON ANDATE DI LUNEDI’ COME ABBIAMO FATTO NOI.
“Ma come mai non c’è tanta gente in giro? Non la viene a vedere nessuno questa Reggia pazzesca?” certo che ci vengono, quando è aperta però.
La Corte del Re Sole è veramente bellissima, elegante, sfarzosa, circondata da cancelli dorati. Chiaramente c’è sempre fila (più di un’ora), si paga il biglietto per entrare al suo interno (per visitare i giardini si paga un ulteriore biglietto di circa 10 euro), ma è possibile prenotare online e cerare di limitare un po’ il problema delle interminabili code. Io non ho avuto la fortuna di poter ammirare nulla di tutto ciò, ho visitato solo la parte esterna aperta al pubblico e gratuita poiché tutto il resto di lunedì non è accessibile. Ma tornerò anche qui, promesso! D’estate c’è anche lo spettacolo delle fontane musicali, deve essere un’esperienza davvero unica e meravigliosa.
E’ possibile affittare le barchette a remi, ammirare i cigni che nuotano e volano liberi e felici. Mi è piaciuta molto, sono solo estremamente dispiaciuta di non aver visto l’estrema bellezza dei giardini, la famosa Galleria degli Specchi, il Piccolo Trianon (dove Maria Antonietta amava rilassarsi e fuggire dal trambusto di corte, la sua piccola reggia in miniatura e oasi di pace).
Questa è la fine della mia bellissima avventura a Parigi. Ho lasciato in sospeso troppe cose e so già che non sarà l’ultima volta che i miei occhi si poseranno sulle meraviglie di questa città.
Ho avuto il cuore felice in questi quattro giorni. Grazie Paris.
Con Affetto,
Giorgia.