Viste le numerose domande ricevute in privato ho pensato di scrivere questo articolo che spero possa fungere da “Mini-guida” per chi spera di diventare una blogger, fashion, travel o quello che vi pare.
Ma per chi lo vuole diventare davvero. Perché dico questo?
Ora vi cito la domanda che mi viene fatta almeno due o tre volte al giorno su Instagram:
“Ciao, posso sapere come diventare una fashion blogger? Mi puoi dare dei consigli su come cominciare?”
Qualche volta all’inizio ho “OSATO” chiedere come mai di questa passione, risposta:
“Voglio ricevere vestiti gratis, voglio viaggiare gratis, voglio diventare famosa e guadagnare soldi. Ah, amo la moda”.
COMINCIAMO BENE, ho pensato.
Che tristezza ragazzi, che tristezza.
Se la vostra idea di base è questa io, mi spiace dirlo, penso che di “successo” non ne avrete mai.
Perchè? Sono cattiva?
No, penso solo che sia una forzatura, che la vostra non sia passione, che voi vogliate solo “la bella vita senza fare nulla”. Ma mi spiace deludervi, di lavoro dietro ad un blog ce n’è. E pure tanto!
Io sono partita in maniera un po’ anomala, chi mi conosce lo sa.
Avevo una pagina su Facebook dove tenevo ben segreto il mio nome, molto, molto seguita, non so perchè, appuntavo semplicemente i miei pensieri.
Poi è venuto fuori il mio nome e sono fuggita, ho chiuso tutto. Sono approdata su Tumblr e anche qui ho ricominciato a scrivere senza mai mostrare il mio volto o dire il mio nome, ero semplicemente “Con affetto, Vaffanculo” (sempre dolce e delicata, devo dire).
Raggiunti i 50,000 lettori fissi le domande sono iniziate ad arrivare e io “finalmente” sono uscita allo scoperto. “Piacere, sono Giorgia Di Basilio”. Ecco i primi 6000, 7000 followers su Instagram, ecco le richieste di amicizia su Facebook, persone che mi leggevano volentieri e che avevano voglia di conoscermi “un altro pochino”. Ora su Tumblr siamo quasi 95.000, sono meno attiva di prima (perchè è difficile star dietro a tutti i social e avere sempre contenuti diversi da pubblicare, altrimenti si rischia di annoiare e cadere nella monotonia), ma devo tantissimo a questo social.
Non me lo sono cercata in tutti i modi “il successo” (definitelo come vi pare, non mi sembra che io abbia fatto chissà cosa, ma per capirci). Purtroppo oggi mi ritrovo davanti ragazze che dal nulla decidono che loro sono influencer, venderebbero la nonna per avere due like e cinque followers in più ed è davvero poco piacevole seguirle (e infatti non le seguo, facile).
La mia prima “collaborazione” su Instagram?
Un caso. Non ci avevo capito nulla: una ragazza mi chiese un “favore”: “posso regalarti un bracciale in cambio di una foto?”. E io in paranoia.
Ma questa vuole il mio indirizzo… Ma come vuole regalarmi un bracciale, impossibile… Naaa, io sono furba e ora le mando l’indirizzo dell’ufficio di mio padre, così se “non-so-in-che-modo” decidesse di fregarmi, la frego io! Ma non lo so gente, veramente sono andata un po’ in paranoia.
Ecco la mia prima esperienza in questo mondo circa cinque anni fa, se non ricordo male.
Completamente a caso, ero super spaesata, non avevo mai sentito parlare di queste cose. MA COSA SONO LE COLLABORAZIONI AIUTOOO.
Mi sono sempre nascosta, non ho mai forzato nessuno, non ho mai scritto in privato a qualcuno dicendo: “ciao, che belle foto, ti seguo. Puoi ricambiare?”. No, non funziona così. Questa è una pesantezza e una forzatura e io non vorrei MAI essere seguita in questo modo.
Perchè le persone hanno iniziato a seguirmi? E che ne so io, chiedetelo a loro!
Mi dicono che sono solare, che sono spontanea, che non me la tiro, sarà questo, ma mica l’ho capito, qualche volta me lo chiedo anche io.
Non sono nulla di speciale, eppure ogni giorno arriva qualche ragazza dolcissima che riesce a farmi sentire così, è incredibile cosa si è creato attraverso dei social network.
Nonostante tutte le critiche, le prese in giro (perchè se sei “fashion blogger” automaticamente le prese in giro arrivano, le battutine, le risatine… Ma dai smettetela, che per avere 2 euro di sconto al negozio non si sa che cosa fareste). Io, semplicemente (si fa per dire) ho saputo utilizzare questa passione e trasformarla in un lavoro. Chiaramente devo tutto a “quelle di Tumblr” che hanno iniziato a seguirmi per prime e che ci sono ancora, è sempre bello ricevere un messaggio e leggere “ciao, ti seguo dai tempi di Tumblr”, ecco, a voi adoro un po’ di più.
Ora, non parlo più di me e veniamo a noi.
Ponetevi una domande: PERCHE’ QUALCUNO DOVREBBE DECIDERE DI SEGUIRVI? VOI LO FARESTE?
Se pubblicate foto sfocate, scattate a caso, con descrizioni monotone e anche con una grammatica che “Manzoni scusaci, questo blog non s’ha da fare” magari questo non è il vostro mondo.
Non c’è bisogno di essere scrittori, di avere doti particolari (io sono la prima che scrive banalità e in maniera mooooolto easy), però la grammatica è importante, questo sì, tutti possono sbagliare, ma non ogni due righe. Sapete raccontare una storia a qualcuno senza farlo addormentare dopo 3 minuti? Provate.
REGOLA NUMERO 1: ESSERE ATTIVI SUI SOCIAL
Come pretendete che la gente si affezioni a voi e decida di cominciare a seguirvi, seguirvi davvero, se pubblicate una foto al mese, fatta in maniera sbrigativa e superficiale? Se non parlate di voi, se non interagite?
Le persone devono farsi un’idea di voi seguendovi sui vostri canali. Meglio se ne traspare ciò che siete davvero, perchè vi assicuro che a lungo andare la vostra natura verrà fuori.
No finzioni, quindi.
Siate attive, mettete like, commentate (no commenti a caso, cercate di interagire davvero con chi sta dall’altra parte dello schermo).
REGOLA NUMERO 2: PUBBLICARE FOTO PARTICOLARI E “BELLE”
Voi la seguireste una ragazza che pubblica una foto in ombra, dei biscotti a colazione, senza senso o una che pubblica di continuo selfie, selfie, selfie, tutti identici? Oppure una che pubblica solo foto mentre si bacia con il ragazzo e “sei solo miooo, non lo guardate non lo toccate, amore mio, l’uomo della mia vitaaa”. No? Beh, io nemmeno e vi assicuro che anche gli altri la pensano così.
So che può sembrare difficile e noioso, ma una foto con un bel contesto è sicuramente migliore di un selfie allo specchio del bagno. Non dico che non dobbiate farle, ma NON OGNI SANTO GIORNO.
Le foto vanno scattate preferibilmente con una luce diurna, non diretta magari (ok dietro ad una tenda leggera o se il sole non arriva direttamente).
Per le foto esterne è meglio scegliere un orario in cui il sole non batte alto in cielo, soprattutto se non avete una attrezzature professionali come pannelli o macchine dove è possibile fissare meglio i parametri. Meglio i luoghi in ombra o aspettare che il sole inizi a scendere.
Scaricate App per editare come Lightroom (si possono anche acquistare su internet o scaricare gratis dei preset che fungono da filtri e applicarli alle vostre foto), VSCO (ci sono tantissimi filtri), Afterlight o cose cosi.
Trova le differenze: PRIMA E DOPO.
REGOLA NUMERO 3: PREPARATEVI ALLE CRITICHE, AD ESSERE GENTILI ANCHE QUANDO VORRESTE MANDARE A FANCULO TUTTI
Sapete quante volte avevo le palle girate e avrei voluto mandare a fanculo le persone? Ecco sì, lo ammetto, è capitato. Quante volte ho sentito critiche su critiche, gente che pensa che “se pubblichi foto di vestiti sei ritardata” e cose così e ho fatto finta di niente.
A loro rode il culo e io preferisco non sprecare il fiato, sono giunta a questa conclusione, ma nei miei momenti di nervosismo un bel vaffanculo non lo risparmierei.
Preparatevi a questo. C’è sempre un rompicoglioni dietro l’angolo.
REGOLA NUMERO 4: FASHION? COMPRATE VESTITI, RIVISTE E “STUDIATE LE MODE”; TRAVEL? VIAGGIATE, E PRENDETE APPUNTI; FOOD? CHIEDETE CONSIGLIO ALLE NONNE E ALLE MAMME.
Non iniziate a scrivere a TUTTE le aziende che trovate se vogliono collaborare con voi e regalarvi cose. Vi assicuro che non si comincia così.
Fotografate i vostri vestiti e cose che vi piacciono, non cose di mer*a solo perchè ve le hanno regalate. “Guardate che belli i miei plantari ortopedici”, “Ciao, oggi volevo mostrarvi dei chiodi”.
Che forzatura, che brutto.
Se volete fare le fashion blogger fotografate dei bei vestiti. Se vi piace l’alta moda scrivete un articolo prendendo delle foto online e rendeteli unici con le vostre parole. Non si fa la fashion blogger pubblicando le infradito orribili da 2 euro che vi regalano.
Se vi piace il cibo, chiedete dei consigli a chi sa cucinare davvero. Prendete i vostri bei piatti, andate da Ikea o posti così e comprate “cose fotogeniche”. Sì, comprate cose che magari in cucina non usereste mai ma che possano rendere le vostre foto belle. Scrivete di ricette che si preparano nel vostro paese, scrivete di trucchi di cucina della nonna (le nonne ne sanno sempre una più del diavolo). Ai ristoranti alzatevi in piedi (sì alle figure di mer*a!) e scattate, che ve ne frega, è lavoro! 😉
La cosa più difficile? Travel. Viaggiare. Tutti sogniamo di viaggiare, magari gratis, magari in posti fighissimi. Beh preparatevi a spendere soldi, spendete per una buona macchinetta magari e poi iniziate a girare. Parlate con i passanti, con gente del posto, fatevi raccontare aneddoti e leggende del luogo. Scrivete dei posti in cui avete mangiato e consigliate ciò che più vi è piaciuto della vostra vacanza.
REGOLA NUMERO 5: NON ELEMOSINATE VISIBILITA’
Non potete chiedere a chiunque di seguirvi.
Io ammetto che a questi messaggi non rispondo, non è cattiveria, è che non voglio essere maleducata e allora resto in silenzio. Io quel poco di visibilità che ho penso di essermela guadagnata e di non aver mai rotto le palle a nessuno per farmi seguire.
REGOLA NUMERO 6: STOP ALLO SHOPPING COMPULSIVO DI LIKE E SEGUACI
Vi voglio illuminare su questo argomento.
Se passate da 1000 seguaci a 30.000 in una settimana SI CAPISCE CHE AVETE FATTO “SHOPPING”, le aziende si stanno svegliando e non sono più fesse.
Magari potrete fregare il fruttivendolo sotto casa, ma vi assicuro che le grandi aziende e le agenzie vogliono i dati analitici.
Vogliono sapere la provenienza dei vostri seguaci (quindi se sono tutti russi e cinesi qualcosa non va), vogliono i dati insight con le visualizzazioni del profilo e dei post (avere 2000 like e 3000 visualizzazioni a post non è esattamente una cosa credibile) e tante altre cose.
Acquistando 100.000 seguaci vi darete la zappa sui piedi da sole, qualche collaborazione scema potrete farla, sì, ma vi assicuro che le aziende serie prima di collaborare con voi procederanno a monitorare il vostro lavoro e verrete scoperte al volo.
Se volete procedere in questo modo, almeno siate intelligenti e fatelo con criterio. Il fatto che sul vostro profilo ci sia scritto 300.000 followers non farà la differenza, ma dei contenuti veramente ottimi, almeno un 40-50% di persone che vi seguono in maniera attiva, già è un’altra cosa. Sono sempre dell’idea che le aziende serie si accorgeranno di tutto ciò. Sta a voi decidere se volete crescere con onestà in maniera più lenta o velocizzare la crescita aggirando il problema.
Non sto qui a moralizzare, è solo un consiglio, magari in futuro tutto ciò potrebbe ritorcersi contro al vostro lavoro.
Io ci ho messo almeno 5 anni a far crescere il mio profilo Instagram, quando ancora l’algoritmo funzionava in maniera normale e non era una tortura come ora, ma vedrete che se vi metterete d’impegno ce la farete. Anche io vorrei un milione di seguaci e 20.000 like a foto. Ma dobbiamo accontentarci e continuare a fare del nostro meglio.
Ok. Ho appena riletto tutto e sembro una bomba di acidità. Scusate ahahahah!
Che poi il problema non sono neanche le ragazzine che giustamente vorrebbero fare questo lavoro, ma il modo in cui cercano di fanno.
Andando oltre, il problema fondamentale sono quelle aziende che non si rendono conto del lavoro che c’è dietro, che non vogliono pagarci per il lavoro, che pretendono 200 foto in cambio di un paio di orecchini che a loro saranno costati 2 euro e ci trattano pure con superiorità, come se ci stessero facendo un favore. Perché è vero, non stiamo qui a spaccare le pietre in miniera, ma di lavoro dietro a tutto quello che si può vedere ce n’è tanto.
Ad esempio, nonostante io adori scrivere di getto, impiego spesso e volentieri più di un paio d’ore per scrivere un articolo, per cercare il materiale, per trovare delle foto carine da inserire.
Quando poi da hobby e passione, questo è diventato un “lavoro” le cose si sono più serie, le aziende con cui collaboro fissano i giorni di pubblicazione e oltre a dover mandare delle anteprime in tempi prestabiliti, queste spesso vengono pure rifiutate e bisogna ricominciare.
Niente di preoccupante o esagerato, non voglio dire cavolate e farlo passare per un lavoraccio, ma mi è capitato di dover scattare al freddo e al gelo, o con 40 gradi all’ombra. Di cambiarmi in macchina. Di aver chiuso i libri quando proprio non avrei potuto farlo e di essermi truccata e conciata in maniera decente solo per scattare, quando avrei preferito restare a studiare per gli esami universitari.
Tante piccole cose che a lungo andare possono “stancare”. Ma io adoro quello che faccio, quindi amen tutto. Voglio solo far capire che del lavoro dietro c’è.
Poi arriva il momento della foto. Problema principale: tovare qualcuno che scatta (non posso rompere le scatole sempre ai miei amici fotografi). “Sono uscita male, non si vedono bene le scarpe, non si vede bene l’orologio, e la luce qui no, e troppa ombra non va bene, e la gente che passeggia no”, una rottura eh! La foto decente spesso arriva dopo mezz’ora!
A casa si devono modificare le foto. Anche qui si perde mooolto tempo!
Personalmente mi è capitato di discutere con delle aziende che volevano forzarmi sui testi da pubblicare, no, quelli no. Le parole le decido io, su questo non si discute!
Mi è capitato anche di rifiutare delle collaborazioni che non mi piacevano o di rimandare indietro i soldi quando ho provato dei prodotti con cui non mi sono trovata bene e di cui non volevo parlare sui miei canali, perché le aziende non lo capiscono, ma noi ci mettiamo la faccia (c’è anche chi se ne frega di questo, ma io ci tengo alla mia faccia!).
Ho detto no a collaborazioni ben retribuite perché, semplicemente, non mi andava di parlarne. Il blog è mio e posso dirlo: COMANDO IO! 🙂
Per i pagamenti spesso poi dobbiamo aspettare mesi, mesi e mesi. Sollecitare le aziende (“ci siamo anche noi blogger, non vi scordateee!”), perché loro pretendono massima serietà e puntualità da noi, ma quando poi si tratta di pagare per il lavoro, beh…. aspetta e spera!
Ragazze, consiglio! Munitevi di un contrattino e fatelo firmare all’azienda quando la collaborazione è chiusa, così da tutelare entrambe le parti! Al termine della collaborazione, se non avete partita IVA, dovrete poi emettere un documento di prestazione di lavoro occasionale (su internet troverete tanti modelli di ritenuta d’acconto da poter utilizzare).
Volete iniziare a guadagnare qualcosina?
Le collaborazioni su Instagram che non vi faranno guadagnare all’inizio, passerà tanto tempo prima che possano arrivare soldi, ve lo assicuro.
Ma di recente ho scoperto delle piattaforme che mi piacciono molto e che sto utilizzando spesso!
C’è Buzzoole che mette in contatto le aziende con le persone e paga in crediti Amazon le collaborazioni (es. pubblica questa foto per “tizio” e avrai 80 crediti per acquistare su Amazon. Chiaramente se una campagna non vi piace potete rifiutare, nessuno vi obbliga). Mi trovo benissimo e le campagne sono davvero carine!
Oppure c’è 21 Buttons, se amate la moda, che vi regala soldi ogni volta che qualcuno acquista qualcosa che indossate e che avete taggato nella foto (se indossate abiti di Zara, H&M o marchi del genere è facile che le persone vi trovino nelle ricerche e acquistino “tramite voi”, facendovi guadagnare qualcosina).
Se vi va di provare vi lascio i link per iscrivervi qui sotto:
Buzzoole: —> QUI
21 Buttons: —> QUI
Avrei tanto altro da dire ma per oggi mi fermo qui.
Forse questo articolo è più uno sfogo per me che un aiuto per voi, ma sentivo davvero il bisogno di scriverlo.
Chiedo scusa se ho offeso qualcuna con i miei pensieri.
Con affetto,
Giorgia.