Breve guida per capire come scrivere le ritenute d’acconto.
Oggi torno con un articolo che mi è venuto in mente perché sempre più ragazze mi pongono una fatidica domanda sulle ritenute d’acconto:
“Ho chiesto una retribuzione ad un’azienda per una collaborazione. Mi hanno chiesto la fattura. Ma posso farmi pagare dalle aziende se non ho la partita IVA? Come si fa?”
Eccomi qui, vi aiuto io in maniera terra terra e senza paroloni che vi confondano le idee!
Le aziende hanno bisogno di un documento che giustifichi l’uscita di denaro a vostro favore.
Quando si è agli inizi ci si ritrova un po’ spaesati davanti a queste cose (o almeno così è stato nel mio caso, ricordo quando anni fa sono andata nel pallone e ho rifiutato una collaborazione retribuita perché la parola “fattura” mi aveva bloccata subito, che scema!), ma non c’è problema, potete tranquillamente emettere un documento di prestazione di lavoro occasionale (vi allego una foto che potete utilizzare come spunto o fac-simile, basterà cambiare i dati) che poi dovrete inserire nella vostra dichiarazione dei redditi.
Non sto qui a spiegarvi tecnicamente cos’è, anche perché basta andare su Google e sarà tutto spiegato benissimo da chi è più esperto di me.
Quello che a noi blogger serve sapere:
- Con le ritenute non percepirete il 20% della somma pattuita (quindi prestate sempre attenzione nelle collaborazioni alle parole “netti” in cui viene già considerato il pagamento al netto dell’IVA o “lordi”, in questo caso considerate che guadagnerete il 20% in meno). Perché? Perché sarà l’azienda a pagare l’IVA allo stato al posto vostro;
- Le ritenute possono essere emesse fino a 5.000 euro, se guadagnate molto di più è necessario aprire la Partita IVA (che ha un costo fisso annuale che supera i 3600 euro, oltre al pagamento del commercialista e al pagamento iniziale nel momento in cui ci si iscrive alla Camera di Commercio di 120 euro, quindi se si guadagna poco è inutile aprirla);
- Se l’importo percepito è superiore a 77,47 euro dovrete recarvi in tabaccheria e comprare una marca da bollo di 2 euro da apporre sulla ritenuta d’acconto, se il pagamento è inferiore invece non ce n’è bisogno.
Vi lascio un link che vi sarà utile nel momento in cui dovrete calcolare netto o lordo nella ritenuta d’acconto.
CLICCATE QUI.
Iniziare a lavorare nel mondo digital spesso è difficile, non solo per queste parti burocratiche, ma anche per capire come muoversi sui social. Vi lascio un articolo che ho scritto con i CONSIGLI PER INIZIARE AD APPROCCIARSI A QUESTO MONDO: “Guida e consigli per diventare una fashion blogger: come aprire un blog, come modificare le foto e altri trucchetti“.
Sperando che questo articolo possa esservi d’aiuto, vi saluto e vi auguro di guadagnare tantissimo!
Con Affetto,
Giorgia.