Oggi voglio parlare di “Una vita come tante”, un libro che ha lasciato un grande segno, straziante, scorrevole, perfetto.
Inizio lasciandovi la trama:
“In una New York fervida e sontuosa vivono quattro ragazzi, ex compagni di college, che da sempre sono stati vicini l’uno all’altro. Si sono trasferiti nella metropoli da una cittadina del New England, e all’inizio sono sostenuti solo dalla loro amicizia e dall’ambizione. Willem, dall’animo gentile, vuole fare l’attore. JB, scaltro e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell’arte. Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato brillante e di enigmatica riservatezza, è il loro centro di gravità. Nei suoi riguardi l’affetto e la solidarietà prendono una piega differente, per lui i ragazzi hanno una cura particolare, una sensibilità speciale e tormentata, perché la sua vita sempre oscilla tra la luce del riscatto e il baratro dell’autodistruzione. Intorno a Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano campi di forze e tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la sua storia diventa una disamina, magnifica e perturbante, della crudeltà umana e del potere taumaturgico dell’amicizia.”
Bene, questo potete leggerlo dovunque, ora voglio dirvi la mia (evitando spoiler), perché raramente mi capita di restare così folgorata dalla lettura di un libro.
L’ho divorato.
Ho provato dolore.
Ho pianto.
Inevitabilmente si entra in contatto con le personalità diverse di ogni personaggio del libro, ognuno viene descritto nel profondo e senza lasciare nulla al caso.
Si crea un alone di curiosità intorno al passato di Jude, alla sua persona, alla sua paura, ai suoi sentimenti, alla sua incapacità di amarsi e lasciarsi amare che spesso mi ha fatto pensare di trovarlo esageratamente insopportabile, solo dopo ho toccato da vicino la sua fragilità e mi sono sentita quasi in colpa nei suoi confronti. Scusa Jude.
Un libro in cui vengono trattati amore e amicizia, in maniera diversa, ma profonda, con diverse sfumature e sfaccettature che s’intrecciano in maniera perfetta in personaggi imperfetti.
Inizialmente l’ho trovato un po’ caotico e disconnesso, ma andando avanti con la lettura ci s’immerge nella scrittura della Yanagihara e tutto diventa fluido. A tratti un po’ prolisso e ripetitivo sotto certi aspetti, inoltre alcuni personaggi vengono lasciati in secondo piano rispetto ad altri, ma non mi sento di penalizzare il libro per questi aspetti.
È più difficile di quanto sembri raccontare “Una vita come tante”, perché trovo che le sensazioni che si vadano a provare durante la lettura siano molto soggettive, come succede sempre nei libri, ma questa volta ancor più del solito, scontrandosi con l’emotività che spesso si cerca di tenere a freno nella vita di tutti i giorni, almeno per quanto mi riguarda.
Vorrei evitare di dire “troppo”, non amo gli spoiler e non vorrei dirvi più di quanto vogliate sapere, ma se avete voglia di una buona dose di angoscia e di un lungo libro coinvolgente che tocchi da vicino la natura umana ve lo consiglio vivamente.
Con Affetto,
Giorgia.